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L’archeologia cristiana di Cartagine: il caso delle basiliche cristiane. Stato della questione. Nuovo scavo e valorizzazione.


Sono consapevole che parlare dell’archeologia cristiana di Cartagine sia un compito molto delicato e complesso. Fin dal 1875, anno in cui cominciarono le prime scoperte archeologiche cristiane, la produzione scritta su quest’argomento fu abbontante. Spesso però sono state formulate ipotesi non sempre sufficientemente giustificate, ma allo stesso tempo dotate di una notevole suggestività che entusiasmava i cuori cristiani più fervorosi. Altrettanto numerose furono le discussioni tenutesi tra archeologi e storici, ma lo spirito di ricerca che le animava non sempre fu sincero e rispettoso.


A ciò occorre aggiungere che iniziative esagerate da una parte e pregiudizi dall’altra fecero sì che questo prezioso patrimonio cadesse pian piano nell’oblio. Molto materiale archeologico cristiano andò perduto ed i monumenti furono progressivamente abbandonati alla vegetazione che in alcuni casi ne fece quasi perdere le tracce.


Mentre scrivo queste pagine sono oramai quasi vent’anni che l’archeologia cristiana di Cartagine non vede più un modo di lavorare sistematico e ben organizzato. Ciò non toglie che negli ultimi anni, qualche sporadica scoperta ha mantenuto accesa in me ed in altri miei colleghi tunisini e stranieri, la fiamma della speranza che un giorno, ci auguriamo non molto lontano, i lavori di ricerca e soprattutto di valorizzazione dei monumenti della Cartagine cristiana possano riprendere.


L’oggetto di questa relazione è presentare i lavori archeologici paleocristiani effettuati a Cartagine durante quasi tre secoli (XIX - XX - XXI). Ma non si tratterà di dare in questa sede un resoconto dettagliato delle scoperte effettuate. Non si tratterà neppure di elaborare una valutazione esaustiva dei contributi scientifici di queste missioni archeologiche. Occorrerebbe intraprendere un’opera ben più vasta della presente che giustificherebbe in se stessa un nuovo tema di ricerca e di tesi. Come detto sopra una bibliografia molto nutrita è disponibile su questo argomento.


Con il presente lavoro preferirei piuttosto un approccio intermedio, una sorta di “status quæstionis”, limitato al tema delle basiliche cristiane di Cartagine. Vorrei semplicemente attirare l’attenzione su ciò che resta del ricco patrimonio paleocristiano di questa grande metropoli dell’antichità, affinché possa essere giustamente conservato e valorizzato.


Questo lavoro presenterà dunque un riassunto storico dell’archeologia paleocristiana cartaginese; una descrizione delle basiliche cristiane ancora esistenti, con le principali scoperte e il loro stato attuale, infine la presentazione di un nuovo progetto di scavo e valorizzazione archeologica paleocristiana a Cartagine.




Silvio MORENO

IVE



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